Artieri è stato selezionato tra i 12 studi internazionali invitati al concorso di progettazione Skin Contest, promosso dallo studio Analogique e da Farm Cultural Park a Favara in Sicilia, per immaginare la nuova facciata di RAFT nel marzo 2017.

Come il carcere italiano, spesso situato ai limiti dei centri abitati, “lontano dagli occhi”, RAFT è stato rimosso dalla società. Al suo posto è comparso un paesaggio siciliano, in mezzo al quale una porta invita a entrare: un accesso verso l’ignoto, perché è ignoto quel che ci sarà oltre la porta, come è ignoto il momento in cui se ne uscirà.

Attraverso la provocazione, RAFT diventa così l’occasione per portare il carcere nella società, per ricordarne l’esistenza. L’installazione racconta il carcere sia attraverso il risultato, sia attraverso il processo realizzativo, perchè rimuovendo l’edificio carcerario, si rimuovono soprattutto le persone che lo abitano. La provocazione nasce quindi dall’idea che la collaborazione tra architetti e persone detenute è attuabile con uno scambio paritario di competenze. Tanto danno gli architetti, tanto danno le persone detenute, chi maggiormente votato al progetto, chi alla sua costruzione.

Skin Contest
© Associazione Artieri

Artieri partecipa a Skin Contest per portare il carcere nella società

Due gli aspetti principali tenuti in considerazione:

  1. scambio alla pari di competenze e responsabilizzazione. Lo scambio reciproco di saperi mette le persone detenute in un ruolo attivo, inconsueto nel contesto carcerario. Il carcere italiano è infantilizzante, al contrario, il coinvolgimento nei processi decisionali, ha effetti responsabilizzanti;
  2. le persone che in carcere sono immobili, senza possibilità di impiego delle proprie abilità. La possibilità di autodeterminare i propri ambienti di vita è un principio base per una minima garanzia della qualità della vita dell’essere umano.

Per questo concorso è stato stabilito un contatto con la Casa Circondariale  “Pasquale Di Lorenzo” di Agrigento che, come in quasi tutte le carceri italiane, conserva in appositi magazzini moltissimi materiali di recupero. Una parte della facciata di RAFT sarebbe stata quindi realizzata con questi materiali facilmente riconoscibili, che portano le tracce della loro provenienza, poichè molti derivano dagli arredi che da oltre cinquant’anni il Ministero acquista sempre uguali per tutte le carceri del paese.

Skin Contest
© Associazione Artieri
Skin Contest
© Associazione Artieri
Skin Contest
© Associazione Artieri

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